Pinocchio... a scuola... A scuola???
Introduzione al Musical del Liceo Classico "Chris Cappell College" - Anzio

Angelo Fàvaro
Università degli Studi di Roma "Tor Vergata"

Che Pinocchio vada a scuola, per chi conosce il testo, è davvero un po' iperbolico, o meglio forse il burattino andrà pure a scuola, ma solo dopo aver compreso il significato della vita, la bellezza di essere così come si è, non imitando alcuno; solo dopo che avrà fatto esperienza della difficoltà di affrontare il mondo, senza una adeguata preparazione, solo allora andrà a scuola. Pinocchio, andrà a scuola, sceglierà di andare a scuola! Non per imposizione, ma per comprensione!

Il romanzo di Pinocchio, e non la favola o il racconto per bambini, ma un vero e proprio romanzo di formazione, o come si direbbe tecnicamente un bildungsroman, è fra i primi cinque testi più tradotti, e, quindi, più letti al mondo, in varie lingue, e spiace contastare che molto poco è conosciuto in Italia.

Carlo Lorenzini, che usò lo pseudonimo di Collodi, da fervente mazziniano, che partecipò ai moti insurrezionali del Risorgimento, e lottò per l'unità d'Italia, dedicò "Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino" non solo ai giovani italiani del 1880, ma anche ai nostri giovani italiani. Secondo il motto di Cesare d'Azeglio: "Abbiamo fatto l'Italia, adesso dobbiamo fare gli italiani", anche le avventure del nostro Pinocchio avrebbero potuto concorrere "a fare gli italiani": la morale di Pinocchio è meno semplice e banale di quanto si creda, al contrario, si pone come una sofisticata allegoria della formazione di un giovane che si avvia a divenire un uomo! Così dal legno grezzo, lentamente si passa alla forma del burattino senza coscienza delle proprie azioni, fino alla metamorfosi (non differente da quella vissuta da ogni adolescente) in ragazzo in carne ed ossa, che si assume la responsabilità più bella e più difficile: quella di riconoscere in sè un essere umano!

Un musical, dedicato a Pinocchio, non potrebbe trovare spazio più adeguato di un auditorium scolastico, in una messa in scena effettuata e realizzata da docenti e studenti, che insieme cooperano per raggiungere il medesimo fine, con compiti differenti, e imparano a parlare una lingua franca: la lingua del teatro. Insieme, docenti e studenti, in un'attività

altamente formativa comunicano realmente, attraverso il teatro, e apprendono e comprendono le differenti posizioni e punti di vista, possono così mettere a confronto i loro sogni e i loro desideri. Un musical è una performance completa: testi, musiche, costumi, scenografie, danza e canto, tanti generi espressivi e tante tecniche comunicative per continuare a dire, come un giorno un altro grande uomo di teatro fece, che siamo uomini e non c'è nulla di estraneo all'uomo in noi, nelle nostre manifestazioni, nei nostri amori, nei nostri dolori! Homo sum... terenzianamente dice anche Pinocchio a conclusione della metamorfosi.

Pinocchio, Geppetto, Angela, il Gatto e la Volpe, Lucignolo tanti compagni di viaggio per comprendere ancora la bellezza delle differenze e la complessità del mondo, ma questo è anche il segnale preciso che il romanzo di Collodi esubera dalla letteratura per l'infanzia, per divenire messaggio universale della bellezza della libertà, della vita senza fili, della celebrazione della fantasia.

Ho assistito a qualche frammento di prova del musical. Non c'è gioia più grande che cogliere l'entusiasmo e il divertimento di studenti adolescenti, che giocano al teatro, esprimendo le loro energie in modo creativo e straordinariamente inventivo. Non professionisti, ma studenti che si divertono e fanno divertire (etimologicamente) anche noi, perciò a loro e ai loro docenti, in particolare a Paola Costantini, referente dell'attività, e alla passione con cui ha condiviso questo progetto con i giovani, il ringraziamento per tutto ciò, e, soprattutto, perché, anche attraverso questo Pinocchio, ci ricordano cosa significa essere umani, ancora.