Bologna
Venerdì 9 giugno si è svolto a Bologna un importante incontro di studiosi impegnati in vari cantieri di ricerca sull’opera leopardiana. Nella sala Manfredi della prestigiosa Accademia delle Scienze dell’Istituto, uno dei più splendidi palazzi storici del centro di Bologna, ha introdotto i lavori Loredana Chines , Direttrice del Dipartimento di Filologia classica e Italianistica.
La mattinata è iniziata con la sezione “Fra le carte leopardiane”, presieduta da Paola Italia (Bologna), coordinatrice dell’unità locale del PRIN “ Leopardi e l’Antico” in collaborazione con il Laboratorio Leopardi (Sapienza) e con le università di Verona e Trento, e coadiuvata, come discussant, da Giorgio Panizza (Università di Pavia).
Tre interventi hanno fatto il punto sulle edizioni, in corso di allestimento presso l’editore Olschki, di tutti i carteggi leopardiani: Roberta Priore ha illustrato il carteggio con Giovanni Rosini; Giole Marozzi quello con la madre di Giacomo, Adelaide Antici; Marcello Dani, infine, quello con l’erudito romano Francesco Cancellieri.
Dopo la pausa, è stata la volta di tre interventi che fanno parte di altrettanti cantieri leopardiani: Ilaria Burattini ha illustrato i rapporti tra Leopardi e il Firenzuola, nell’ambito della ricerca “Leopardi e l’Antico”, in collaborazione con il Laboratorio Leopardi; Sofia Canzona ha analizzato il lemma “amabile” nell’opera di Leopardi, lavoro che rientrerà nel “Lessico leopardiano” a cura del Laboratorio Leopardi; Tommaso Grandi ha illustrato la sua tesi di dottorato parlando di Leopardi letto alla luce di Walter Benjamin.
Nel pomeriggio, introdotto da Andrea Campana, si è fatto il punto sul cantiere degli epistolari, illustrato da Pantaleo Palmieri; e sul cantiere “Leopardi e l’Antico”, illustrato da Franco D’Intino (Laboratorio Leopardi Sapienza). Ha fatto seguito la relazione di Christian Genetelli (Université de Fribourg) su “Mani, voci e destini nelle lettere leopardiane”.
Hanno concluso i lavori Fabiana Cacciapuoti, Giorgio Panizza ed Emilio Russo, discutendo sulla digitalizzazione degli autografi leopardiani, in corso presso la Biblioteca Nazionale di Napoli. I lavori, ricchissimi di spunti, sono stati seguiti da un foltissimo pubblico di studiosi e studenti, tra cui molti giovani studiosi del Laboratorio Leopardi, che continua così la fruttuosa collaborazione con l’Università di Bologna.
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