All’Università di Bonn si discute “L’arte del vivere” secondo Leopardi

Università di Bonn

Bonn (Germania)

Si è tenuto dal 18 al 20 luglio  presso l’Università di Bonn un importante convegno internazionale su Leopardi (Leopardi-Tag 2019), organizzato dalla Deutsche Leopardi Gesellschaft, in collaborazione con la Friedrich-Wilhelms-Universität Bonn.

Il titolo del convegno “Lebenskunst nach Leopardi. Anti-pessimistische Strategien im Werk Giacomo Leopardis”, che si potrebbe tradurre come “L’arte del vivere secondo Leopardi. Strategie antipessimistiche nell’opera di G. Leopardi”,  è significativo di una nuova ondata di studi leopardiani, che negli ultimi anni ha rivalutato e messo al centro dell’attenzione critica il Leopardi moralista (ovvero il filosofo pratico studioso dei costumi degli uomini e dell’arte di vivere) e soprattutto i modi in cui Leopardi suggerisce di contrastare una visione tragica e dolorosamente realistica visione della vita umana, destinata al dolore, alla fragilità, alla caducità.

Helmut Meter (di Klagenfurt) ha parlato di un pessimismo frutto di un calcolo razionale e di un “latente ottimismo”, Paul Strohmaier (Trier) di “allegria”, Martina Kollroß (Düsseldorf ) ha seguito il percorso leopardiano (di ascendenza desanctisiana) dal “nulla” alla “vita; Antonio Panico (Napoli), studioso di Michelstaedter e del suo concetto di “persuasione”,  ha visto Leopardi come “persuasore di vita”.

Altri studiosi hanno letto criticamente alcune opere, in particolare, per es. Penelope Kolovou (Bonn) ha letto Il sogno, Annika Gerigk (Bonn) Il Tramonto della luna. Altri ancora hanno avvicinato Leopardi a filosofi come Schopenhauer e Leibniz.

Gli interventi sono stati seguiti con grande attenzione da un folto pubblico di studiosi e studenti dei corsi di italiano e di altri corsi. Si tratta di un importante appuntamento per la leopardistica tedesca, tanto più opportuno nel momento in cui si sta progettando la traduzione integrale tedesca dello Zibaldone, che sarà curata da Cornelia Klettke (Potsdam), Barbara Kuhn (Bonn) e Franco D’Intino (Laboratorio Leopardi Sapienza, Roma).

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