Molte persone hanno conosciuto Chris di persona o attraverso la sua musica. Ecco alcune testimonianze, tra le tantissime voci di musicisti, critici musicali, maestri, amici e compagni di lavoro che si sono levate dopo la dipartita di Chris.
Mina
Era un ragazzo eccezionale. Intelligente, spiritoso, rispettoso, acuto e con una sua particolare eleganza nel pensiero e nel tratto. Uno di quei rarissimi giovani uomini che ti fanno sperare che questo mondo, già così compromesso, possa andare avanti, possa migliorare. Io gli volevo bene e mi piaceva il suo rapporto con la musica, la sua e la mia passione
Massimiliano Pani
La sua era una personalità solare, entusiasta, e in lui il talento si combinava a una maturità di carattere molto superiore rispetto all’età biologica
Giancarlo Susanna, Critico Musicale
È impossibile dire cosa sarebbe accaduto a Christian Cappelluti se la morte non ce lo avesse strappato in così giovane età. Forse sarebbe riuscito a raggiungere quel successo nel mondo della musica cui sembrava destinato così tanto. Forse avrebbe seguito la sorte di tanti artisti di talento, molto stimati dagli esperti e poco noti al grande pubblico. L’unica cosa che un critico può fare è analizzare nel più obiettivo dei modi quello che Christian ci ha lasciato, una serie di canzoni che testimoniano una crescita costante, dai primi tentativi già ricchi di promesse alle ultime e più mature registrazioni. La scrittura di Christian – e se ne ha conferma da quanto lui stesso ha dichiarato a questo proposito – non si limitava alla melodia, al testo e a una semplice armonia, ma prevedeva un vero e proprio arrangiamento, con delle parti precise per ogni strumento. “(…) quando meno me lo aspetto, il verso o il ritornello di una canzone che non ho mai sentito in vita mia appare nella mia testa. La parte della canzone che mi ha portato la mia ispirazione è sempre completamente arrangiata e completa di testi e, solitamente, non è troppo difficile per me sviluppare un’intera canzone da quel frammento”. L’uso sempre più diffuso della tecnologia – quello che viene definito “home recording” è un metodo che negli ultimi anni ha contribuito a cambiare il “suono” della musica pop – era già stato sperimentato da Christian, ma sembrava finalizzato più che altro a dare indicazioni di arrangiamento ai musicisti da coinvolgere nei suoi progetti.
Christian avrebbe senz’altro reso la vita difficile a chi avesse voluto cambiare, per qualsiasi motivo, quello che lui aveva chiaro fin nei minimi dettagli, ma possiamo fare soltanto delle ipotesi su come avrebbe potuto gestire un progetto completamente autonomo, seguendo le regole autarchiche del cosiddetto “lo-fi”. Sarebbe diventato un altro Beck, capace di servirsi sia del “lo-fi” sia dei metodi più tradizionali? Forse sì, vista e considerata la passione che lo guidava sulla difficile strada della creatività musicale. Il suo era certamente un talento naturale – le canzoni che possiamo ascoltare lo dimostrano – ma anche coltivato con caparbietà e determinazione, nella convinzione – anch’essa dichiarata – che il linguaggio della musica fosse quello a lui più adatto.
“La musica è definitivamente la forma d’arte attraverso la quale posso meglio esprimere me stesso e scrivere canzoni è l’esperienza più gratificante che io abbia mai fatto”.
Far conoscere le canzoni che Christian ha lasciato, far sì che vengano riprese da interpreti in sintonia con il suo stile e permettere ad altri talenti di studiare ed emergere seguendone l’esempio ci sembra il modo migliore per impedire che la sua voce si perda del tutto o resti semplicemente patrimonio di pochi fortunati.
Red Canzian del complesso dei Pooh
Chris era, in campo musicale, assolutamente geniale, e poi si distingueva per una profondità di pensieri e sentimenti assai rara. Lo potrei paragonare a un poeta romantico dell’Ottocento, mentre per la sua straordinaria abilità nel creare nuove melodie, che catturavano l’ascolto, un giorno mi venne in mente di associarlo a John Lennon
Sheila Davis, critico musicale e scrittrice di New York
Christian era un ragazzo speciale con tante ammirevoli qualità. Al di là del suo talento musicale lui aveva fascino ed era generoso nello spirito e nel cuore”.
“Mi sono goduta le nostre sessioni di lavoro insieme. La cortesia con la quale Christian ascoltava le mie critiche cercando di bilanciarle in modo tale da non modificare il messaggio originale dei testi. Lui spesso non seguiva i miei suggerimenti, poiche’ non era una persona facile da convincere, ma lui sapeva che io avrei approvato le sue decisioni finali
Prof. Peter Kairoff della Facolta’ di Musica della Wake Forest University
Posso affermare con totale sicurezza che mai ho visto tanta dedizione e perseveranza in uno studente della Wake Forest. Egli ha sviluppato un così preciso senso di perfezione del tono musicale, da saper distinguere singole note ed accordi automaticamente, componendo completamente a memoria.
Ha appena cominciato a suonare la tastiera, ma probabilmente sarà in grando di suonare un concerto di Tchaikovsky in poche settimane.
Non avevo mai incontrato nessuno con tanto fuoco interiore…
David Lucas Burge – Hawaii
Conosco Chris da alcuni anni ed il suo orecchio musicale è decisamente impressionante. Non solo riesce ad avere l’Orecchio Assoluto – riconoscere, ricordare o cantare ogni singola nota – ma è in grado di trascrivere velocemente anche le più complesse armonie e progressioni.
La sua musica era ben collaudata ed era più creativa di quella di altri cantanti pop. Aveva tutte le qualità per sfondare nel mondo della musica.
William S. Hamilton, Preside della Wake Forest University
Nonostante la vita di Christian sia stata così breve, essa è stata piena di significati, molto più soddisfacente della vita di chi vive per cent’anni. Egli ha arricchito con idee originali la mia vita e quella di centinaia di nostri studenti.
Prof. David Isbister della Facolta’ di “Business” della Wake Forest University
Christian era un ragazzo con grandi sogni e forti ambizioni. Aveva anche il talento e le motivazioni per farli diventare realtà. La sua morte è una perdita per il mondo e per le persone che lo hanno conosciuto.
Era una delle poche persone che aveva non soltanto il genio dell’artista ma anche il fiuto per gli affari.
Prof. Douglas Beets del Dip. “Business and Accountancy” della Wake Forest University
Si rivelò uno dei migliori e più brillanti studenti che io abbia mai avuto in 15 anni di insegnamento. Sempre entusiasta, aveva una grande sete di conoscenza che io raramente ho trovato in altri.
Considero Christian il tipo di studente nel quale i professori versano con gioia le proprie esperienze
Francesco Mocci, professore di Filosofia all’Istituto Massimo di Roma.
Nel volgermi indietro ricordo tracce passate, la cui linea mi sorpassa in avanti, come quando le domande di Christian non erano fatte per sapere, ma per verificare che fosse giusta la conclusione cui era pervenuto da solo.
la sua amica Marta
Christian, un genio, un creativo, un artista, ma soprattutto un amico. Un amico che ha lasciato una impronta nella mia vita: un segno d’amore, di amicizia, di vita; un esempio che continuerà ad essere per me una ispirazione. Il suo carattere forte, il suo entusiasmo per la vita, la sua determinazione riuscivano immancabilmente a travolgermi. Fin dal primo momento in cui l’ho conosciuto ho capito subito che era una persona fuori dal comune. Un individuo complesso, pieno di interessi in costante evoluzione umana e culturale. Una rara sensibilità gli apparteneva, una sensibilità che gli conferiva una straordinaria capacità comunicativa.
Christian ti guardava negli occhi e ti leggeva dentro l’anima, questa era per me la sua qualità più grande.
“I veri amici non hanno bisogno di vedersi sempre… Comunicano con l’anima!” Mi diceva.
La sua estrema sensibilità lo portava necessariamente ad essere un creativo, un artista.
II linguaggio musicale per Christian rappresentava un linguaggio d’elezione, anche nella sua dimensione religiosa; i gospel erano per lui una vera passione.
C’era sempre nella sua mente qualcosa che doveva catturare ad ogni costo per poi dargli corpo in una creazione musicale, e gli sembrava di correre con la sua musica come se il corpo non avesse peso e ogni cosa lo seguisse pure incorporea.
Christian adorava l’idea che la musica fosse un dono improvviso, forte e creativo; la sentiva scorrere dentro di se già compiuta, doveva solo ricordarla e scriverla.
Deduceva se stesso, si vedeva in trasparenza, amava l’intelligenza.
Sempre alla ricerca di nuovi interessi, insaziabile di conoscenza, perfezionista instancabile, adorava il confronto dialettico; faceva passaggi letterari accurati, come in un arpeggio.
Questo è Christian: un essere straordinario che mi ha fatto conoscere il valore dell’amicizia pura, libera, contemplativa: i suoi successi erano i miei successi, le sue conquiste le mie.
Ancora oggi, Christian ed io continuiamo a dialogare a comunicare a confrontarci attraverso
l’anima, proprio come lui mi ha insegnato.
Fabio Ciliberti, l’amico bassista
La stella caduta
Dove, dove sei andato?
Non sei mai stato cosi’ lontano da qui
Dimmi, sei solo?
O c’e’ un Dio la’?
Qui tutti i tuoi sogni
Ancora ti aspettano
E tutti i tuoi amici
Ancora ci credono
Puoi sentirmi amico mio?
Da quando te ne sei andato nel mio cuore c’e’ disordine
Dammi una ragione amico mio
Perche’ io non riesco a capire
Mi ricordo tu eri nell’aria
Ogni giorno al telefono
Ora non ci sarai piu’
E adesso riesco a vedere la pioggia
Che cade su di me
E te, alto nel cielo
Cosi’ in alto…
Puoi sentirmi amico mio?
C’e’ luce splendente li’ con te?
Parlami amico mio
Mi manca la tua voce nell’aria
Puoi sentirmi amico mio?
C’e’ una stella che brilla in te?
Dimmelo, amico mio
Eri tu?
Eri tu quella notte
Che cadevi dal cielo
Quando abbiamo urlato e pianto
Il nostro ultimo addio
Il suo compagno Gian Filippo Cameli
L’artista
Sfoglio le pagine di questo libro
e torno a pensare a te
è un libro d’artisti, di folli ma onesti
che fanno ciò che gli va
credimi, sarebbe stato perfetto
fiorire lì come una rosa.
Lo so, quante volte l’hai detto
che vivere è bello solo per quello.
E adesso hai tutto l’immenso e tutte le luci
canta, canta ancora
la sola platea che ti possa capire
dimmelo, diccelo piano
che quella follia non mi mancherà.
Toccare col dito quei tuoi misticismi
mi ha fatto riflettere spesso
cercare, capire, diventare uomo è stato più facile
e in questa notte d’agosto mi fermo
a salutar la tua stella
notte di stelle cadenti che sembrano lacrime
ma tu mi sorridi.
Guarda i miei versi bagnati, sono solo per noi
canta, canta più forte,
fammi sentire che sono lontano
la tua sorpresa geniale mi fa ricordare
che l’artista è qui.
Massimo, un amico d’infanzia
Caro Christian,
nulla al mondo era meno prevedibile di ciò che sta accadendo in questo istante, e cioè scriverti mentre tu non ci sei più. Ma non sarà la mancanza fisica della tua persona ad annullare l’enorme impronta che tu hai lasciato, per sempre, in tutti noi, che non siamo riusciti mai a seguire il tuo passo, così diverso e veloce rispetto al nostro, spettatori di una cosa molto più grande di noi: come del resto erano tutte le cose che tu facevi.
Mi piaceva il tuo modo di trattare gli altri, guardandoli dentro e non fuori come troppo spesso avviene; e questo rendeva l’amicizia con te facile, se non inevitabile dopo averti conosciuto e lascia un ricordo che vive di una luce propria dentro tutti noi, lascia una traccia che non andrà mai via, insieme alle altre pochissime cose che hanno, con la stessa intensità, stravolto e fatto rinascere la nostra sensibilità. L’immagine che ho di te è di un uomo in perenne corsa, in grado di riuscire a seguire le proprie passioni in modo totale, senza compromessi, ed è qui, oltre che nella fatalità, che voglio trovare la spiegazione di quanto è successo: tu ponevi ogni volta dei nuovi obiettivi, ma nello stesso tempo riuscivi a vivere bene il tuo presente, circondandoti di cose che ti piacevano e che alimentavano la tua curiosità e il tuo desiderio di sapere e conoscere sempre di più.
Questa è l’immagine, secondo me, più vera; ed è comunque quella che io ho sempre davanti e che voglio continuare ad avere.
Tom, un amico americano
Christian è stata una persona della quale il mondo sentirà certamente la mancanza, e solo Dio sa quanto egli ha dato e quanto sta ancora dando. Come amico ho trovato in lui la voglia di ridere e la gioia. La sua profonda capacità di capire le persone hanno toccato il cuore di Boyce ed il mio, e spesso parlavamo di lui ricordandolo con amore. Christian era un ragazzo che amava la luce del giorno, e naturalmente era attratto dal primo albeggiare che lo benediceva con pensieri illuminanti. Aveva una profondità ed accortezza d’animo che poche persone possiedono. Se credeva in qualcosa, potete star certi che ci avrebbe riflettuto sopra, e una volta deciso di agire, lo avrebbe fatto con determinazione estrema. Ci scambiavamo spesso le nostre idee, le sue conoscenze erano fin troppo estese e complete per una persona della sua età. Era un vero amico, completamente devoto ai suoi genitori. Mi manca molto, ma sento che il viaggio che ha intrapreso porterà benefici alla gente di questo pianeta. Sebbene comprendiamo per adesso solo in parte, Christian ha senz’altro ottenuto molto nel suo breve tempo che è stato con noi.
Il ringraziamento di Emma
Mio meraviglioso Christian
grazie di averci avvicinato a Dio.
Ora tu stai qui,
in cielo e ci proteggi.
Eri troppo perfetto e puro per stare sulla Terra.
GRAZIE per la tua bontà con tutti noi,
grazie Dio di avercelo mandato,
grazie Franco e Adriana di averlo reso STUPENDO.
Christian, ti ameremo per tutta la nostra vita.
Alexander, un poeta per caso
Dear Chris,
Mi sei venuto in mente qualche settimana fa in un contesto triste ma sono felice di averti ripensato.
Sei sempre stato un ragazzo dolcissimo che riusciva a sancire la diversità morale con il suo cuore. Hai lasciato una coscienza profonda nei paradigmi umani che circondavano i tuoi amici.
Eri dotato di una grande intelligenza ed avevi il dono di avere una immensa gioia nei tuoi occhi.
Ti ringrazio per avermi consigliato di andare (o meglio ritornare) negli States, molta della fortuna che ho avuto dipende anche da te.
Sicuramente ricorderai l’ex piccolo Franz, ora studia architettura ma è felice. Vive con la ragazza (che lo mantiene) e si vogliono molto bene. Due giorni fa gli ho detto “Ti ricordi Chris”?? Lui mi ha risposto che i sogni si ricordano per sempre.
Io sono equally weighted within Rome and Los Angeles e faccio l’imprenditore nel settore televisivo. Di arte me n’è rimasta molto poca ma qualche volta mi rimetto a dipingere. Ho dei grandi problemi familiari ma sono molto felice perché la vita è una gemma di speranza.
Ti voglio bene Chris, ci saremo visti poche volte ma il tuo ricordo mi ha dato nell’esistenza la forza di non piegarmi mai a nulla e di sognare sempre, cercando di raggiungere i miei obiettivi.
Avevi dei valori forti e solidi e spero che avrai un occhio benevolo su di me da lassù.
Dicevi sempre che le mie poesie erano incomprensibili e quindi te ne mando una che ti farà sorridere perché penserai che Alex è diventato matto:
Le luci sulla strada sono come i sogni, si avvicinano adagio e quando arrivano
tornano ad andarsene.
Nella profondità dei nostri desideri e speranze, sta la nostra muta conoscenza di ciò che è oltre la vita;
E come i semi sognano sotto la neve, il nostro cuore sogna la vita.
confidate nei sogni, poiché in essi si cela la porta dell’eternità
Solo se berrete al fiume del silenzio, potrete davvero cantare.
E quando la terra esigerà il vostro corpo vivrete lo stesso , forse diversamente ma mai senza petali. Quando vai per le strade nessuno ti riconosce. Nessuno vede la tua corona di cristallo, nessuno guarda il tappeto d’oro rosso
che calpesti dove passi, la gente guarda i tuoi occhi che aprono gli androni di quello che siamo.
La stessa notte che sbianca gli stessi alberi. Noi, quelli d’allora, già non siamo gli stessi.
Io non sogno più molto, è vero, ma quanto ho sognato.
La mia voce cercava il vento per arrivare alle tue orecchie.
La tua voce, amicizia, i tuoi occhi infiniti.
Non esiste l’oblio perché nulla finisce
la mia anima non si rassegna d’averti perso, perché tu sei ancora qui con noi
Il sale azzurro di un bambino sulla ghiaia, la felicità di vivere una vita che è sempre stupenda anche quando il dolore cerca di rubarti la tenerezza
Open your hands and dream, See you at the crossroads Bro.
Ti voglio bene
La poesia di un amico anonimo
Le fragili corde musicali volano nell’aria pomeridiana,
grigie come le nuvole che coprono il mondo,
verdi come i campi che affollano la tua mente.
Le ali degli uccelli azzurri sono le tue rime,
ti fanno volare così in alto
sopra le vette della terra, per ammirare la vista di posti lontani.
La gioia di un momento è scappata via
e adesso l’eco della tua poesia resta
per sempre scolpita nella nostra memoria.
La luce dell’alba, la roccia della terra, un respiro di vento
che tocca i rami delle nostre anime.
Verde profondo e profondo blu sono i colori della tua musica,
il dono imperituro che hai lasciato nel cuore dei tuoi amici.
Suor Elisia, la maestra delle elementari
Christian,
che dire ancora di te che non sia stato detto o scritto da persone più autorevoli e capaci di me? Evidentemente la tua esistenza faceva parte di un disegno divino che a tutti noi è stato velato per non alterarne la sua realizzazione”.
Carattere allegro, solare, socievole al massimo…..era ricercato da tutti i compagni – Non aveva nessun complesso: era una creatura libera, aperta, sincera.
Quando è arrivato da me in 3^ elementare penso abbia sofferto un pochino, perché Suor Giuseppina, con la quale aveva frequentato i primi due anni, era più morbida e più flessibile di me. Però si è adeguato subito al nuovo sistema e divenne in breve uno degli alunni più diligenti.
Lo zaino, le tasche del grembiule e il sottobanco erano pieni di libri, la cui lettura lo rendeva il bambino più felice del mondo.
Amava tutti i generi letterari con una grande capacità di analisi e di sintesi. Non dimenticherò mai la sua prova d’italiano di fine ciclo (5^ elementare) sul “Signore degli anelli”: dieci pagine fitte fitte per le quali impiegò quasi tutta la mattinata scolastica.
Ricordo che, d’accordo con la commissione esaminatrice, abbiamo deciso di non farglielo ricopiare in bella copia – Del resto l’elaborato era corretto, vivace, profondo con commenti originali su personaggi e luoghi.
Dotato d’intelligenza non comune, non si era mai ritenuto superiore ai compagni – E questa era una delle doti più apprezzabili della sua personalità.
La generosità e l’altruismo del resto erano parte integrante della sua vita. Era creativo e comunicativo al massimo. Ricordo che in 4^ elementare, per la festa di S. Francesco, la scolaresca aveva imparato il canto “Se ti trovi per caso a passare per le verdi colline dell’Umbria”……. Evidentemente sia la musica che il testo l’avevano colpito nel più profondo dell’anima per cui, tornando a casa, l’ha registrato e poi, con l’altoparlante sul davanzale della finestra, l’ha fatto ascoltare a tutte le famiglie del quartiere.
Era davvero unico nel suo genere e, all’occasione, anche un grande fumettista.
E tutte queste sue qualità le possiamo ammirare nelle fresche pagine del suo diario dal titolo “Christian la tempesta” scritto tra la seconda e la terza elementare. In quelle fresche pagine è spesso presente la nonna che amava teneramente.
Con la licenza di 5^ e il passaggio ad altra scuola (Istituto Massimo) ritenevo conclusi i nostri incontri.
Invece i suoi ritorni nella scuola che l’aveva visto crescere, erano molto frequenti e soprattutto gioiosi.
Erano un ritorno nella propria casa.
Suor Elisia
Dino, il negoziante di strumenti musicali
Buongiorno a tutti, mi chiamo Dino e vorrei raccontare ai frequentatori di questa newsletter di quando ho conosciuto Christian, un po’ di tempo fa.
Tutto avvenne ovviamente in ambito musicale, quando nell’ormai lontano 1992 venne inaugurato nel quartiere allora conosciuto come Roma’70, un nuovo centro commerciale chiamato “I Granai” nel quale era presente un negozio di strumenti musicali. Qui ho incontrato Christian Cappelluti per la prima volta.
Ricordo ancora molto bene le circostanze: stavo sistemando la vetrina pensando a come meglio esporre alcune copie di compact disc ristampati in Giappone. Infatti la mia mansione in quel negozio, piuttosto che riferita agli strumenti musicali, era perlopiù inerente a un qualcosa di sperimentale. La scommessa, o forse più la curiosità, era far sposare settori diversi che poi in realtà avevano molto in comune, la musica appunto, e farli convivere nello stesso contesto commerciale. Dunque, aperti a tutte le possibilità, avevamo dato vita a un particolare settore di importazione e aperto un canale diretto con il Giappone, Paese che era molto all’avanguardia in fatto di ristampe di particolari edizioni discografiche, a volte rare e spesso introvabili. Questa premessa è d’obbligo perché proprio mentre ero preso nel mio intento, ecco avvicinarsi con fare molto discreto un ragazzo dall’aria apparentemente timida, con una gran testa di capelli ricci, interessato al primo compact disc esposto in vetrina, ricordo ancora bene, il primo disco realizzato dagli “America”. Il ragazzo riccio in questione era Christian e avevo appena servito il mio primo cliente!
Nei giorni successivi, (il negozio era stato appena inaugurato), le visite di Christian divennero appuntamento fisso. Ricordo che rimasi molto colpito dalla competenza del ragazzo, avrà avuto 15/16 anni, ma la sua cultura musicale era già a 360 gradi, spaziava da un genere all’altro con estrema disinvoltura… e ancora non avevo scoperto niente! Iniziò infatti un qualcosa che andava ben al di là del normale rapporto venditore di musica/cliente. Il ragazzo ben presto si svelò anche talentuoso musicista, polistrumentista, compositore, cantante, anche semplici commenti o scambi di idee si rivelavano delle notevoli esperienze, non gli sfuggiva niente, era capace di improvvisare cori spontanei a più voci, perfettamente a suo agio tra Eagles, Beatles o Beach Boys, coinvolgendo gli amici di scuola che a volte lo accompagnavano nelle sue ormai quotidiane visite in negozio. Si sedeva al piano o alle tastiere, ci sorprendeva con le sue performances, insomma, era un vero piacere il solo vederlo suonare. Acquistò da me la sua prima “vera” chitarra elettrica, una bellissima Paul Red Smith modello “custom bird” color verde acqua marina.
Con il passare del tempo i nostri scambi musicali si intensificarono, mi invitò a casa sua, ricordo un piccolo studio di registrazione amatoriale, si destreggiava con multitraccia, schede audio, computer, conservo ancora una sua cassetta, “Christian, voce e chitarra” che, molto orgoglioso, mi aveva regalato. Un giorno, durante una delle solite conversazioni a tematica musicale, venni a conoscenza della sua particolare passione per Lucio Battisti. La cosa non mi sorprese affatto, chi di noi non si è “formato” musicalmente ascoltando e riascoltando Battisti? Piuttosto la sorpresa fu scoprire che conosceva a memoria tutti, ma proprio tutti, gli album pubblicati dal cantautore, canzone per canzone, anche quelle del “primo” Battisti, tutti i testi a memoria! Iniziai a pensare di avere a che fare con un qualcosa di alieno, ma dove lo aveva trovato il tempo per immagazzinare tante nozioni? Per non parlare poi della sua esperienza americana, un successo su tutti i fronti!!! Devo ammettere che guardavo Christian con ammirazione, aveva decisamente bruciato le tappe ed era fin troppo modesto. Ricordo di quando spedì un suo demo a Massimiliano Pani, figlio nonché arrangiatore della grande Mina, il quale lo chiamò a Lugano mentre stavano registrando l’album “Pappa di latte”. Non so se tutti sanno che in quel disco c’è un brano firmato da Christian, niente di più normale, parliamo di Mina, appunto. Tornando alla sua passione per Battisti, un giorno gli feci una bella sorpresa. Conoscevo molto bene Tony Cicco, batterista della Formula tre, la band che aveva accompagnato Battisti nelle sue rare esibizioni live, oltre ad aver partecipato alle registrazioni in studio di album quali “il mio canto libero”, insomma un mito per gli appassionati, così organizzai un incontro.
Cicco abitava a Mentana, passai a prendere Christian e lo andammo a trovare. Trascorremmo una bellissima mattinata, lui ci accolse in vestaglia e, da buon napoletano qual era, ci offrì subito un caffè. (Scoprii in quell’occasione che Christian non beveva caffè). Il bello venne subito dopo… Entrammo in studio, (ogni buon musicista ne possiede uno “casalingo”) e fui testimone di una bellissima session, Christian al piano, Tony Cicco alla batteria: Christian stava suonando con il batterista di Battisti! Andarono avanti per un po’ improvvisando qua e là , sembrava come se avessero sempre suonato insieme, nonostante le loro storie diversissime ed il notevole il gap generazionale. Alla fine, quando ci congedammo da lui, ricordo di aver visto Christian visibilmente emozionato e felice per quell’incontro…
Ci salutammo sotto casa sua e mi disse che sarebbe partito di lì a breve con la ragazza, credo per la Scozia o per l’Irlanda, non ricordo. Non l’ho più rivisto…..
Conservo il ricordo di quella mattina speciale e l’immenso sorriso di un giovane ragazzo speciale.
Ciao Christian,
il tuo amico Dino.
William Smith, scrittore americano
La storia della sua “straordinaria” morte, l’insolita serenità con la quale egli ha accettato il fatto che la vita stava per abbandonarlo, è già diventata leggenda.
Non voleva certo morire, aveva appena 22 anni, aveva già firmato il suo primo contratto discografico, tuttavia non aveva paura. Era, sembrerebbe, al momento della morte, quasi felice.
Speriamo ancora di scoprire la ragione della sua strana sicurezza durante l’estremo momento. Abbiamo disperatamente bisogno di questa risposta.
Christian ha composto circa 100 canzoni cominciando all’età di 12 anni. Le immagini che ricorrono più frequentemente sono la luce del sole e il volare, ma il tema più comune è naturalmente l’amore, che secondo le testimonianze dei suoi amici, fu la forza primaria che lo teneva attaccato alla terra. Spesso si riferiva anche ad un “luogo”, ad un rifugio, ad un passato, ad un modo di essere.
Molto spesso i riferimenti sono vaghi e fuggevoli. Ma in una delle sue ultime canzoni egli parla di voler tornare al “luogo”, “al luogo al quale io appartengo, al luogo dove io mi sento forte, al luogo dove nulla è sbagliato”….
Un ultimo fatto straordinario: la musica delle sue canzoni gli veniva in mente durante la notte mentre dormiva e sognava. Descrisse questo fenomeno in diverse occasioni su alcuni documenti scritti.
Christian letteralmente sognava in musica. Pertanto le sue canzoni sono sogni nel vero senso della parola. Usava scrivere la maggior parte della sua musica nelle primissime ore del mattino in modo da preservare l’ispirazione.
Quando Christian si recò negli Stati Uniti, scoprì l’affinità che aveva con la natura. Per tre anni, nel North Carolina, era solito recarsi giornalmente nel bosco, generalmente nelle prime ore del mattino, rimanendo lì per diverse ore, osservando, ascoltando, pensando.
Nulla è noto dei suoi pensieri mentre era nel bosco, o che tipo di rivelazioni potesse avere. Ma fu all’incirca in quel periodo che divenne vegetariano, nella ricerca continua della purezza umana.
Christian apparentemente viveva per la sua musica, del perfezionamento delle sue canzoni, dell’ambizione di diventare un musicista di successo per poter trasmettere soprattutto ai giovani i suoi straordinari messaggi.
Valentina, amica d’infanzia
Questo è il caso di un viaggio fatto negli States nel 1992 con Christian e la sua famiglia, alla scoperta delle bellezze e delle stranezze di un Paese tanto vasto quanto magico e che tanto stava a cuore a Christian.
In particolare mi riferisco alla nostra permanenza a Chicago, metropoli affascinante dalle grandi strade e costellata di bellissime sculture contemporanee, avvolta dal placido lago Michigan e sovrastata da giganteschi skyscrapers.
Alloggiavamo in un grandissimo hotel a cui si accedeva tramite una serie di ascensori che si aprivano in una gigantesca hall, affollata di turisti e uomini d’affari seduti ai tavolini dei vari bar, sotto la luce di una enorme vetrata affacciata sulle luci della città.
E fu proprio in quella hall dove avvenne un incontro quanto mai singolare e raro, ma soprattutto indimenticabile e prezioso per Christian!
Un membro del celebre gruppo dei Beach Boys era seduto proprio al pianoforte del piano bar del nostro albergo, solo, intento a canticchiare qualche brano, ignaro che lì vicino ci fosse un suo grandissimo ammiratore!
Era il fratello di Brian Wilson e Christian non esitò ad avvicinarsi a lui e a conversare in perfetto americano, stupendo lo stesso cantante della conoscenza approfondita che avesse un ragazzino di tutto il repertorio musicale di una band molto in voga negli anni ’60.
Ma soprattutto Christian spiegò il perché della loro decadenza, gli errori di conduzione del complesso, lo stop forzato dovuto alla droga di Brian “genio” del gruppo.
Ricordo che il fratello di Brian rimase così colpito e affascinato dall’argomento di Christian che trascorsero così tutta la serata cantando, suonando e parlando come vecchi amici; fu un bellissimo ed emozionante ricordo per me che ho avuto il privilegio di assistere a questo show molto privato e molto speciale.
Christian considerava Brian il più grande compositore degli anni ’60, ed è stato un buon profeta se penso che nel 2004 era uscito un cd di Brian Wilson dal titolo “Smile” che la critica mondiale ha giudicato quale miglior disco dell’anno!!!
E’ proprio vero che le persone speciali sono tali a loro insaputa!
Grazie Christian
Sifu Alessandro Cossu, il Maestro di Kung Fu
Ho conosciuto Christian nel 1985, quando era poco più che bambino. Aveva circa dieci anni e venne ad allenarsi da me per la prima volta. La caratteristica che mi colpì sin da subito era la sua intelligenza fuori dal comune, aveva una capacità di apprendimento pari a un adulto e prestava la massima attenzione a qualsiasi cosa, anche ai minimi dettagli. Spesso, durante le lezioni su tecniche di base, mi faceva domande molto tecniche e particolari: rimanevo quasi senza parole, tale era la sua sorprendente perspicacia. Un giorno, prima che iniziasse l’allenamento, iniziò a raccontarmi della sua famiglia e di come egli vedeva la sua vita: gli replicai spiegandogli la differenza tra la vita e la Via, e lui rimase decisamente affascinato da questa mia risposta. Iniziammo in breve tempo ad avere un bel rapporto, che andava oltre quello tra Maestro e allievo. In un certo senso era come se lo avessi adottato…
La sua intelligenza vivace era motivo di un’innata curiosità. Mi faceva sempre molte domande, ad esempio notò che i pantaloni del Tai Fu non avevano le tasche. Gli altri bambini non se ne erano accorti o non avevano avuto l’intuizione di chiederne il motivo; in un’altra circostanza mi domandò perché avessi scelto il Kung Fu: quando gli dissi che ero stato scelto dal Kung Fu capì subito e gli piacque molto la mia risposta. Allora ulteriormente incuriosito volle sapere perché, tra i tanti stili, scelsi quello della mantide e così gli spiegai che avrei dedicato la mia vita ad apprendere e diffondere questo particolare stile.
In un’altra occasione stavamo facendo un lavoro sul combattimento. Christian era uscito dalla sala; dopo qualche minuto non vedendolo tornare, vado a cercarlo. Era andato in bagno e scriveva sulla sua agenda quello che gli avevo spiegato poco prima. Avevamo studiato i concetti di un’arma, credo fosse il Gun Yan; dopo nemmeno mezz’ora aveva già imparato il maneggio del bastone lungo. Prendeva appunti su tutto, sempre. Custodisco ancora parecchi scritti suoi, la cui profondità riesce a stupirmi ancora, anche a distanza di anni: ‘l’intelligenza va di pari passo con chi ti insegna’; ‘chi ha visto poco, si stupisce molto’.
Rimase con me per qualche tempo, ma anche dopo aver smesso di praticare faceva un salto in palestra magari solo per salutarmi e scambiare due chiacchiere. Nel 1997, in occasione di un’importante gara a cui partecipai, venne a trovarmi e andammo in tribuna stampa con un pass. Aveva già il cellulare e mi fece ascoltare una musica meravigliosa da lui stesso composta: era l’ennesima conferma del fatto che questo ragazzo avesse una sensibilità e un’intelligenza fuori dal comune.
Una volta durante una lezione spiegai la differenza tra i vari animali del Kung Fu, e lui mi rispose: ‘Maestro, ho notato che quando fai un animale, diventi quel particolare animale’. Nonostante la sua giovane età e il livello, già si interessava a nozioni più avanzate quali la respirazione, l’uso delle armi, etc. e volle sapere dove e come li avessi appresi. Gli dissi che avevo imparato questi concetti dal mio primo Maestro, Tang, che mi aveva insegnato per quasi sette anni. Anche stavolta la sua risposta mi lasciò sbalordito: ‘Hai bisogno di un altro Maestro e dell’ultimo insegnamento. Tu sei sprecato qui’.
Fu così che per merito suo iniziai a conoscere il mio attuale Gran Maestro, Gin Foon Mark. All’epoca ero un po’ restio ad andare a studiare da un altro insegnante e fu proprio Christian, grazie alla sua ennesima intuizione, che mi convinse e coinvolse in questo discorso. Si era messo in testa quest’obiettivo e dopo aver fatto numerose ricerche – era un pioniere di internet e un genio anche nel campo dell’informatica – mi suggerì il nome di Gin Foon Mark appunto, uno dei più grandi maestri al mondo, che viveva negli Stati Uniti. Se ben ricordo mi aveva indicato una rosa con pochi altri nominativi, tra cui Hadam Su (dello stile Baji Quan) e un Sifu del Pakua, della cui scuola faceva parte il mio amico Stefano Bellomi. Proprio quest’ultimo mi confermò che c’era un solo Maestro di Mantide del sud e così quando iniziai a informarmi su Master Mark rimasi letteralmente sbalordito. Incredibilmente, ripensai ai tempi del M° Tang quando mi rivelò che esisteva forse un solo Maestro al mondo in grado di svelare i segreti degli stili del sud; con il passare degli anni mi sono sempre più convinto che fosse proprio Gin Foon Mark…
Due miei allievi dell’epoca, Riccardo Russo e Umberto Albano (quest’ultimo oggi è Istruttore capo della mia scuola), proseguirono il lavoro di ricerca. Spesso andavamo insieme in alcuni internet point: tra i vari siti notai quello di Henry Poo Yee, molto più pubblicizzato rispetto a quello di Master Mark, di cui Poo Yee peraltro era allievo. Ma ciò che realmente mi colpì furono le foto e il curriculum di Gin Foon Mark. Riccardo sarebbe dovuto andare negli Stati Uniti per imparare l’inglese e fu così che scelse Minneapolis. Pochi giorni dopo il suo arrivo ci chiamò: ci raccontò in toni entusiastici di quanto fosse rimasto sbalordito da Master Mark, all’epoca settantenne, e che aveva iniziato ad allenarsi sotto la sua guida. Riccardo gli parlò di me e lui rispose che, prima di accettarmi come allievo, avrebbe voluto conoscermi di persona. Con qualche difficoltà linguistica, riuscì a parlare per la prima volta al telefono con Gin Foon Mark; forse anche per il fatto che un operatore del call center dove andai per effettuare la chiamata (a distanza di anni mi ricordo ancora il suo nome, tale Antonello) spesso mi aiutava con la traduzione, in un primo momento capii che l’incontro era fissato a Roma, mente Master Mark voleva che andassi direttamente nel suo kwoon a Minneapolis. Chiarito subito questo piccolo equivoco, con Riccardo – che di lì a pochi mesi sarebbe dovuto tornare negli Stati Uniti – Umberto e Marco Impellizzeri, un altro mio allievo, partimmo per Minneapolis. Quando dissi a Master Mark che ero lì anche per merito di Christian, egli mi chiese se fosse il mio Maestro…
Ecco, ho voluto raccontare questi episodi legati a Christian per ricordarlo: ci ha lasciati troppo presto, e mi piace definirlo come un angelo che mi è stato vicino seppure per un breve periodo. Un paio di settimane prima della sua morte ricordo che mi telefonò da un taxi, stava andando a casa di Mina per una collaborazione artistica e mi chiese: ‘Maestro secondo te come devo comportarmi?’ Per sdrammatizzare un po’ la sua tensione gli feci un paio di battute e ridemmo insieme. Subito dopo mi accennò che a breve sarebbe andato in Scozia e volle sapere della mia scuola di Kung Fu. Prima di salutarci gli dissi una frase (‘lasciami correre via’) che divenne il titolo di una sua canzone e gli chiesi se, tra tutti quei viaggi, si sarebbe preso una pausa o fermato: ‘Forse, maestro, nell’aldilà’. Fu l’ultima volta che ci sentimmo: lui andò in Scozia dove, a causa di una tragica allergia, perse la vita giovanissimo mentre io mi trovavo negli Stati Uniti. Quando tornai, un mio istruttore dell’epoca, Roberto Nagnetti, mi diede la triste notizia. Rimasi sconvolto dal dolore per molto tempo: non avevo mai raccontato prima questi episodi, Chris mi ha dato la spinta per capire dove potevo arrivare e gli sarò grato per sempre.
Prof. Franco D’Intino della Facoltà di Lettere della “Sapienza”
Il tema su Manzoni (che posso valutare meglio perché è nel mio campo) è davvero un miracolo: non ho mai trovato in un ragazzo della sua età (ma neanche in molti studiosi già fatti) tale ampiezza di prospettive, e al tempo stesso una tale acutezza e precisione; mi ricorda i saggi di un altro ragazzo geniale, morto giovanissimo a inizio secolo, Giaime Pintor.
Avessi letto quel tema in un contesto accademico, avrei invitato Christian a proseguire nella carriera di studioso, ma so che avrebbe rifiutato, perché aveva in mente obiettivi più importanti.
L’ho capito guardando il video in cui pronuncia il suo discorso contro il monopolio dell’ARA. Sono proprio felice che qualcuno abbia avuto l’idea di riprenderlo. Non ci sono dubbi, il video lo dimostra: Christian era davvero fuori del comune, di una intelligenza portentosa ma anche illuminato da una genuina passione morale, e da una vitalità e affettività capaci di conquistare e contagiare gli altri: la telecamera lo rivela onesto, lucido, semplice, diretto, appassionato. La sua pronuncia “americana” assolutamente perfetta (mai sentito niente del genere, eppure ne conosco di italiani residenti in Inghilterra e negli Stati Uniti) è il segno di una profonda comprensione del mondo intorno a lui, ma anche della capacità di ascoltarlo, di rispettarlo.
Capisco ora meglio perché voleva essere americano, perché in America rivive forse più che altrove lo spirito dell’eroe antico, di chi, consapevole di essere dotato di eccezionali qualità, le mette al servizio della collettività.
Chris aveva un incredibile talento musicale, lo si capisce ascoltando le sue bellissime canzoni, ma sarebbe potuto diventare anche un oratore all’antica, ovvero, nei tempi moderni, un capo di stato. In questo è davvero simile a Leopardi, per il quale la poesia (e la musicalità) era un modo per mettersi in sintonia con il mondo, per comunicare e per agire in vista di nobili scopi. Sì, Christian deve aver intuito in Giacomo qualcosa di affine: del genio, ma di tipo particolare, direi morale.
Nella vita le incertezze sono molte, gli scogli continui, lo scoraggiamento è il pericolo peggiore. Ma ci dobbiamo ispirare, per andare avanti, all’esempio e alla passione di uomini coraggiosi. Christian, benché ancora ragazzo, è uno di questi!!