Trento
Nei giorni 16 e 17 maggio si è tenuto presso l’Università di Trento il convegno internazionale dal titolo “Leopardi in Europa”, il cui scopo era fare il punto sulla diffusione a livello europeo dell’opera di Giacomo Leopardi, dalle prime reazioni ottocentesche all’estrema contemporaneità.
Hanno introdotto i lavori Claudia Crocco e Claudio Giunta, responsabili organizzativi, a nome del Comitato scientifico, di cui fanno parte anche Raoul Bruni, Alessandra Di Ricco, Franco D’Intino, Daniele Giglioli, Carla Gubert e Massimo Natale.
La prima sessione, presieduta da Daniele Giglioli, è stata inaugurata da un intervento dello studioso e celebre romanziere Walter Siti (Leopardi e il coraggio della disperazione), ed è proseguita poi con l’esplorazione di consonanze tra Leopardi e Simmel (Marco Fontana), e dell’influsso di Leopardi su poeti stranieri quali Marceline Desbordes-Valmore, Daniel Biga, Cees Nooteboom e Michael Krüger (nelle relazioni di Giuseppe Sangirardi e Massimo Natale).
La seconda sessione, presieduta da Claudio Giunta, è stata dedicata ai critici e filosofi novecenteschi Giuseppe Rensi, Alberto Caracciolo, Jean Paul Sartre, Sebastiano Timpanaro (interventi di Fabrizio Meroi, Francesco Ghia, Luca Costa, Alessandro Vuozzo).
La terza sessione di venerdì mattina, presieduta da Franco D’Intino (Sapienza e Laboratorio Leopardi), ha messo al centro scrittori italiani interpreti di Leopardi, da Pascoli a De Roberto (di quest’ultimo si è occupato il giovane studioso Lorenzo Moscardini, dottorando presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, e membro del Laboratorio Leopardi); da Savinio a quei romanzieri contemporanei che hanno fatto di Leopardi un personaggio delle loro opere (interventi di Raoul Bruni, Università di Varsavia, e di Marco Dondero, Università di Roma Tre).
La quarta sessione, presieduta da Paolo Tamassia, è stata dedicata alla Francia, con interventi di ben due studiosi del Laboratorio Leopardi, Valerio Camarotto e Giulia Puzzo (su Paul Hazard, René de Ceccatty e Bertand Schefer), e di Melinda Palombi (Università di Lille).
L’ultima sessione, presieduta da Carla Gubert, ha affrontato la ricezione di Leopardi tra i poeti e i filologi dell’Ottocento (Paolo Colombo e Aretina Bellizzi), concludendosi con una relazione di Marco Antonio Bazzocchi (Università di Bologna) sul “dialogo sulla soglia nella cultura europea”. Nel ricchissimo dibattito sono stati citati molti altri autori, lettori e imitatori di Leopardi, ed è parso evidente come l’influsso di Leopardi sulla cultura europea sia stato importante e pervasivo.
A conferma di come l’interesse per l’opera leopardiana sia sempre vivo nelle università europee, diamo notizia anche di una lezione di Franco D’Intino (Sapienza, Laboratorio Leopardi), che si è tenuta mercoledì 15 maggio presso l’Università di Friburgo (Svizzera) sul tema di Leopardi prosatore. Hanno partecipato al seminario tutti gli studenti e i docenti del corso di laurea in letteratura italiana, che hanno dato vita a una feconda discussione, continuata informalmente nel corso di una animata cena sociale.
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