“Ottocentismi”, il seminario del Laboratorio Leopardi che coinvolge studiosi di tutto il mondo

Roma

L’Associazione Ottocentismi, ideata da Gabriella Romani (Università cattolica di Seton Hall, New Jersey) raccoglie e coordina molti studiosi che in tutto il mondo, particolarmente nell’area anglosassone, studiano, insegnano e promuovono la letteratura italiana dell’Ottocento. Nei suoi seminari vengono presentate le ricerche in corso.

Venerdì 26 febbraio 2021 è stata la volta del Laboratorio Leopardi, che si è presentato come una collettività dinamica che comprende studenti triennali, magistrali, dottorandi, postdoc, oltre ai docenti responsabili. Dopo l’introduzione di una delle fondatrici di Ottocentismi, Martina Piperno (membro del Laboratorio) hanno preso la parola dapprima Novella Bellucci e Franco D’Intino,  Direttore del Laboratorio, poi Valerio Camarotto (ricercatore Sapienza/LabLeopardi), Vincenzo Allegrini (ex dottorando della Scuola Normale Superiore di Pisa, ora assegnista all’Università di Verona), Aretina Bellizzi (dottoranda all’Università di Trento) e Mirian Kay (dottoranda all’Università di Pisa), tutti laureatisi con Franco D’Intino.

Gli interventi hanno messo a fuoco ciascuno un diverso aspetto delle molteplici attività del Laboratorio. In primo piano è stato il progetto del Lessico Leopardiano, attivo dal 2012 e con una serie regolare di pubblicazioni (2014, 2016, 2018, 2020) scaricabili tutte sul sito del LeoLab; un progetto cui hanno partecipato non solo i membri stabili del LeoLab ma anche moltissimi altri studiosi di tutte le età. La ricerca del LeoLab si svolge da anni anche in altre aree, secondo alcune linee costanti di interesse: lo studio delle fonti, antiche e moderne (si sono ricordati i seminari su Platone e su Anacreonte, sulla conoscenza leopardiana della lingua ebraica, ecc.); il confronto con altri autori contemporanei e successivi (la ricezione in Portogallo e in Giappone, Manzoni, Goethe, ecc.); il confronto con il pensiero scientifico della complessità (stimolato dal fisico e matematico Luciano Boi, Visiting Fellow presso il LeoLab per tre mesi); il lascito di Leopardi nella lirica italiana del Novecento (un progetto, questo, svolto in collaborazione con l’Università di Verona, si veda il seminario inaugurale su Leopardi e Saba).

Sono state ricordate anche altre collaborazioni, che hanno portato alla realizzazione di preziosi strumenti di lavoro, come l’edizione digitale delle edizioni dei Canti portata a termine in collaborazione con le Università di Bologna e di Berna (ora disponibile sul sito).

Gli interventi hanno tutti sottolineato come caratteristiche fondamentali del Laboratorio siano l’intreccio virtuoso tra ricerca e didattica, e un metodo di lavoro collaborativo basato sull’ascolto e l’aiuto reciproco, e ispirato al principio della solidarietà.

È stato ricordato quanto l’esperienza di partecipazione al Laboratorio Leopardi sia determinante per gli studenti sia triennali sia magistrali, che vengono a contatto con il pensiero vivo dei docenti e dei loro colleghi, attraverso continue occasioni di confronto e di stimolo. Il Laboratorio estende agli studenti anche la partecipazione attiva a convegni e seminari, come il Convegno internazionale di Recanati (2017), e il Convegno internazionale alla Sapienza, realizzato dal LeoLab  in occasione del bicentenario della composizione dell’Infinito (2019).