Roma
Mercoledì 5 giugno, presso la Scuola Superiore di Studi Avanzati Sapienza (SSAS), si è tenuto il convegno “L’a-venire dei campi. Prospettive bourdieusiane su scienze, arti, piattaforme e cultura, oggi”.
Dopo i saluti istituzionali di Mattia Crespi, Direttore della SSAS, di Franco D’Intino, Coordinatore della Classe Accademica degli Studi Umanistici SSAS, e di Paolo Brescia, Rappresentante Dottorandi SSAS, sono intervenuti gli studiosi più rappresentativi degli studi sul grande filosofo e sociologo francese Pierre Bourdieu, scomparso nel 2002.
Massimo Airoldi, dell’Università degli Studi di Milano Statale, ha aperto nuove prospettive sociologiche con un intervento su “Campi tecno-sociali: l’habitus tra umani e macchine”;
Anna Baldini, dell’Università per Stranieri di Siena, nel suo intervento “Dal nazionale al transnazionale: gli sviluppi degli studi sul campo letterario dopo Le regole dell’arte” ha parlato dell’applicazione dei metodi bourdesiani allo studio della letteratura, illustrando un grande progetto di ricerca sulla Letteratura tradotta in Italia attivo anche presso il Dipartimento di Studi europei americani e interculturali (progetto FIRB);
Alberto Marinelli, di Sapienza, ha proposto una riflessione sugli studi sociologici e i mass-media: “Invasione di campo. Perché i media studies sono tenuti a occuparsi di società”;
Marco Santoro, dell’Università di Bologna, ha illustrato una ricerca in corso su “Campo intellettuale e campo di guerra”;
Chiara Tartarini, infine, dell’Università di Bologna, ha disegnato una prospettiva delle metodologie bourdesiane nella storia dell’arte: “Controcampo. Pierre Bourdieu e il doppio legame con la teoria dell’arte”.
Lorenzo Sabetta, Junior fellow Classe Accademica delle Scienze Giuridiche, Politiche, Economiche e Sociali della SSAS, ha moderato gli interventi e il ricchissimo dibattito, animato dagli studenti SSAS di tutte le discipline, che affollavano la sala.
Questo è il primo dei seminari interdisciplinari che sono in corso di organizzazione alla SSAS. In novembre è previsto il secondo, a cura del Laboratorio Leopardi , su un tema leopardiano: I significati letterari, filosofici e antropologici della “distrazione”.