Giovani ricercatori protagonisti di eccellenza nel nuovo Seminario “Leopardi e l’Antico”

Roma

Martedì 10 ottobre  si è tenuto nella sede della Scuola Superiore di Studi Avanzati Sapienza il Seminario “Leopardi e l’Antico: lavori in corso”, nell’ambito del Progetto 2020 “ Leopardi e l’Antico: un archivio digitale”, frutto di una collaborazione tra le Università di Roma Sapienza, Verona, Bologna e Trento.

I lavori sono stati aperti, conclusi e moderati da Franco D’Intino (Sapienza, Laboratorio Leopardi) e Paola Italia (Università di Bologna).

Roberta Priore, titolare di un assegno di ricerca (Bologna), ha illustrato il lavoro di marcatura informatica dell’intero corpus leopardiano. Grazie al sistema XML/TEI, la codificazione attualmente più in uso nelle Digital Humanities, il lavoro svolto presso la sede di Bologna renderà poi usufruibile l’opera leopardiana agli altri collaboratori del progetto, nonché a tutti i ricercatori che vorranno approfondire, in futuro, le loro ricerche.

Luca Maccioni, titolare di un altro assegno di ricerca, ha illustrato invece i problemi relativi alla redazione delle schede-autore, che costituiranno il nerbo del progetto, consultabili tramite link a tutti i luoghi della sua opera in cui Leopardi cita o nomina tutti gli autori antichi.

Esempi di singole schede sono stati poi illustrati dai molti giovani ricercatori che partecipano al progetto, che hanno già dato preziose indicazioni sulle questioni critiche emerse durante lo studio e la redazione. Matteo Rossetti (assegnista di ricerca, Università di Verona) ha parlato degli scritti astronomici, e in particolare di Arato ed Eratostene; Enrico Cerroni  (assegnista di ricerca Sapienza, Laboratorio Leopardi) si è soffermato sulla situazione della lirica greca, e in particolare su due poeti importanti come Tirteo e Alceo; Aretina Bellizzi (assegnista di ricerca Università di Trento) ha affrontato invece il problema dei mediatori settecenteschi, isolando il caso di due tra i maggiori traduttori settecenteschi, Poinsinet De Sivry e Giuseppe Maria Pagnini; Vincenzo Allegrini (RTDA Sapienza, Laboratorio Leopardi) ha dedicato il suo intervento alla lirica latina, e in particolare a Catullo e Properzio; infine Luca Maccioni (assegnista Università di Verona, Laboratorio Leopardi) ha presentato il caso assai complesso di uno dei maggiori storici greci, Tucidide.

L’ultimo intervento, di Massimo Natale (Università di Verona), ha messo a fuoco alcune questioni cruciali relative alla presenza dei lirici greci nei Canti leopardiani; questioni affrontate nell’ambito di un progetto parallelo a quello sull’Archivio digitale, ovvero l’edizione di tutte le Opere leopardiane in corso presso Bompiani per cura di Novella Bellucci, Franco D’Intino e Marco Dondero.

Nell’aula della SSAS, gremita di studiosi appartenenti a tutte le generazioni, soprattutto giovani e giovanissimi, si è svolto un interessantissimo dibattito sulle potenzialità dell’informatica digitale in generale, e in particolare sui casi di studio presentati.

Concludendo i lavori, Franco D’Intino e  Paola Italia hanno annunciato lo svolgimento di un prossimo seminario, da tenersi sempre a Roma all’inizio del nuovo anno per continuare l’esplorazione delle fonti antiche nell’opera leopardiana.