Connecticut (USA)
Venerdì 9 febbraio si è tenuto a Yale, una delle più prestigiose università del mondo (e tra le tre più importanti della cosiddetta “Ivy League” americana), un Convegno Internazionale su Leopardi come precursore del pensiero moderno e contemporaneo.
Il convegno, dal titolo “ The Relevance of Giacomo Leopardi for Contemporary Critical Thought”, è stato organizzato dagli studenti di Yale a causa dell’enorme interesse sviluppatosi negli Stati Uniti tra studenti di molte discipline da quando è disponibile la traduzione integrale in inglese dello Zibaldone, realizzata da Michael Caesar (University of Birmingham) e Franco D’Intino (Sapienza Università di Roma e Laboratorio Leopardi) e uscita nel 2013.
Gli argomenti trattati erano tutti molto originali e innovativi, e spesso legati alla condizione moderna, che Leopardi non ha vissuto ma ha saputo prevedere e analizzare criticamente con grande lucidità, come Christian Cappelluti ha scritto nel suo diario leggendo lo Zibaldone proprio in una biblioteca americana.
A inaugurare i lavori, dopo l’introduzione della Direttrice del Dipartimento di studi italiani Jane Tylus, è stato il “keynote speaker” Jonatha Galassi, tra le figure intellettuali più influenti degli Stati Uniti, Presidente dell’antica e prestigiosissima casa editrice Farrar Straus & Giroux. Presso questa casa editrice Galassi ha pubblicato la sua traduzione integrale dei “Canti” di Leopardi, e in seguito la traduzione integrale dello Zibaldone a cura di Caesar/D’Intino. Il suo intervento si intitolava significativamente “A Translator’s Leopardi: What Makes Him Modern?”.
Nella prima sessione, “Nature and Matter”, si sono succeduti interventi provenienti da diverse prospettive critiche: la scienza (“The Mummies’ Secret: Reading Leopardi from a Science Studies Perspective” di Paola Bertucci, Yale University); il cinema (“Il giovane favoloso, “questa siepe,” and the Material Limits of Cinema: Leopardi for the Anthropocene?”, di Elena Past, Wayne State University), gli studi di genere (“The “Fragile Kind”: Masculine and Feminine Nature in Leopardi’s poetry”), di cui ha parlato Martina Piperno, invitata in rappresentanza del Laboratorio Leopardi di Sapienza.
La seconda sessione, “Animals and the Anthropocene”, si è focalizzata sull’importanza del pensiero di Leopardi per una nuova considerazione della nostra era, l’Antropocene: “The Vitruvian Mouse: Posthuman Humanism and Philology-Fiction in the Paralipomeni” di Alessandro Giammei, Yale University); “Nothing Weirder Than Reality: Giacomo Leopardi for the Twenty-First Century di Andrea Capra, Princeton University); “Leopardi’s Collapsology: Imagining Human Extinction”, di Sabrina Ferri, Independent Scholar).
Nella terza sessione “Voices” si è riflettuto su aspetti musicali e prosodici dell’opera leopardiana e sulle trasposizioni cinematografiche contemporanee: “Il penultimo canto di Saffo: Music and the Confessional Voice in Late Enlightenment Italy” di Jessica G. Peritz, Yale University); “Are Lopardi’s Canti singable? A Few Remarks on Prosody and Vocal Expression” di Eugenio Refini, New York University).
Infine la più importante studiosa di cinema americana, Millicent Marcus (Yale) ha parlato di come due registi del Novecento hanno reinterpretato l’opera di Leopardi: “Leopardi Behind the Screens: The Case of Federico Fellini’s La voce della Luna and of Marco Tullio Giordana’s I cento passi”.
Dopo la ricca discussione e le conclusioni di Jane Tylus i convegnisti hanno potuto ammirare alcuni pezzi rari, edizioni storiche delle opere leopardiane conservate nella ricchissima Beinecke Library, una delle biblioteche più importanti dell’Accademia americana.
Il Convegno ha rappresentato una tappa importante nella diffusione dell’opera di Leopardi negli Stati Uniti, e ha mostrato come molte nuove tendenze filosofiche stiano cominciando ad assumere Leopardi quale maestro e punto di riferimento da quando lo Zibaldone è disponibile in inglese anche per quei teorici e critici che non leggono l’italiano.
Il Convegno è dunque non solo un riconoscimento importantissimo per l’edizione americana dello Zibaldone e per il lavoro svolto dal Laboratorio Leopardi, invitato speciale, ma anche uno stimolo a proseguire gli studi e a intensificare i rapporti con le istituzioni accademiche americane.